Amore e anarchia
- AMICIZIA
Amore e anarchia
Lunghi istanti a inseguirci con gli occhi,
in mezzo alla gente immaginar d’esser soli,
parlar di tutto senza dire mai niente,
sentir la pelle arrossire nell’esser vicini;
La guerra del Vietnam, Alan Ford, l’Università,
situazioni vere miste ad altre inventate,
nelle sere di luna in estate,
impregnate di sogni, utopie e battaglie.
Quando cantavo “Pensiero d’ amore”,
tu mi guardavi da dietro le ciglia,
non capivi che ti volevo mia,
o forse sapevi, e ti piaceva così;
Un dì te ne andasti lasciandomi appeso a quel filo,
laddove rimasi aggrappato per sempre,
acerbo amore “fiore non colto”,
o certo si, ma non voglio saper da che mano.
Nessuno potrà dirmi cosa sarebbe successo,
a volte penso di esserne sicuro,
altre invece di essermi tutto inventato,
e resto vuoto nell’anima a parlar col silenzio,
mentre scappa il pensiero e fugge lontano,
a cercar proprio “te amica giovinezza”,
ciò che anelavo lo sai, non mi hai concesso,
e ciò che ho avuto… non è quel che sognavo.
Molto è passato, restando ben vivo il ricordo,
solo l’ambiente intorno è lentamente cambiato,
nella lotta di classe studentesca e proletaria,
rimane qualche istantanea sbiadita nel cassetto;
Io resto uguale, ciò che odo adesso, l’ho sempre sentito,
e credo ancor piu fermamente in ciò che provavo,
di tanto che avevo mi resta solo la mia antica poesia,
insieme al pensiero sempre più libero e anarchico,
oltraggiato dagli anni e ridotto in sol malinconia.
Claudio Burelli
Genova 15 Maggio 1999