Angelo Manno
- RECENSIONI
Ecco cosa scrive di me Angelo Manno
un critico letterario nonché poeta e
filosofo famosissimo… Recensione
alla silloge poetica di Claudio Burelli...
Preghiera
C’è silenzio…
è tanto che in chiesa non entravo
quasi non ricordavo
la pace che si respira
qua dentro.
“Padre” lo so,
non abbiamo parlato molto
noi due
in questi ultimi tempi.
Troppe cose lontano
da te mi han portato
frenesia di andare…
dove il tempo non fugge
per il cercare, al nulla del niente.
Ora sono qui, Mio Signore,
e non so neanche perché,
quello che cercavo è già passato
e altro non ne voglio… non mi serve.
Vedi quello che sta succedendo?
La tua casa è vuota, disadorna, dimessa,
la gente di ammalarsi ha paura
non viene da te
ed io per caso sono qui?
Forse no. Non può essere un caso.
Tu mi hai chiamato
e io ti imploro.
Non per me, io sono vecchio,
ho già vissuto, abbastanza
posso andar via quando vuoi tu.
Però oggi, se posso, voglia farti una preghiera:
Fa’ cessare questo male,
aiuta il nostro Paese
ad uscire da questa pandemia,
tu che puoi
fallo…
ma fallo subito,
non aspettare ancora
troppa gente ha già pagato
e se tu non ci aiuti pagherà ancora.
Ti prego “Padre” non voltarti
ed ascolta il pianto
di un popolo che non ti merita.
Amen
Claudio Burelli Versi et Photo
Genova 13 marzo 2020
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
"Il mio corpo dilaniato
da mille ferite,
la mia mente
colma di mille pensieri,
i miei occhi
non vedono più luce,
la mia anima cerca pace"!
( Angelo Domenico Manno)
Siamo tutti vicini, è un massacro umano, è quello che il poeta Claudio Burelli ovviamente vuole infondere ai nostri simili. E lo fa con una preghiera di disperazione a Dio, quasi inconsapevole: "Padre, lo so, non abbiamo parlato molto noi due in questi ultimi tempi".
Claudio Burelli si esprime in un espressionismo etereo, quasi ottocentesco aperto a variegati linguaggi semantici dove fa capolino ai sentimenti di un Dio che sembra non ascoltare la voce dei suoi figli. Teneramente, esso, si ripropone pregando adagiandosi sulle note di una orchestra infinita, per danzare in un mondo dove la catastrofe sembra imminente per i mali estremi e non ultimo il virus che fa da ciliegina. Immagini di purezza, infine, esaltano la poesia dell'autore, in un lirismo colorato, rivolto al Divino con un canto di solitudine libera, motivata da sensazioni e plasmata da un fare
filosofo famosissimo… Recensione
alla silloge poetica di Claudio Burelli...
Preghiera
C’è silenzio…
è tanto che in chiesa non entravo
quasi non ricordavo
la pace che si respira
qua dentro.
“Padre” lo so,
non abbiamo parlato molto
noi due
in questi ultimi tempi.
Troppe cose lontano
da te mi han portato
frenesia di andare…
dove il tempo non fugge
per il cercare, al nulla del niente.
Ora sono qui, Mio Signore,
e non so neanche perché,
quello che cercavo è già passato
e altro non ne voglio… non mi serve.
Vedi quello che sta succedendo?
La tua casa è vuota, disadorna, dimessa,
la gente di ammalarsi ha paura
non viene da te
ed io per caso sono qui?
Forse no. Non può essere un caso.
Tu mi hai chiamato
e io ti imploro.
Non per me, io sono vecchio,
ho già vissuto, abbastanza
posso andar via quando vuoi tu.
Però oggi, se posso, voglia farti una preghiera:
Fa’ cessare questo male,
aiuta il nostro Paese
ad uscire da questa pandemia,
tu che puoi
fallo…
ma fallo subito,
non aspettare ancora
troppa gente ha già pagato
e se tu non ci aiuti pagherà ancora.
Ti prego “Padre” non voltarti
ed ascolta il pianto
di un popolo che non ti merita.
Amen
Claudio Burelli Versi et Photo
Genova 13 marzo 2020
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"Il mio corpo dilaniato
da mille ferite,
la mia mente
colma di mille pensieri,
i miei occhi
non vedono più luce,
la mia anima cerca pace"!
( Angelo Domenico Manno)
Siamo tutti vicini, è un massacro umano, è quello che il poeta Claudio Burelli ovviamente vuole infondere ai nostri simili. E lo fa con una preghiera di disperazione a Dio, quasi inconsapevole: "Padre, lo so, non abbiamo parlato molto noi due in questi ultimi tempi".
Claudio Burelli si esprime in un espressionismo etereo, quasi ottocentesco aperto a variegati linguaggi semantici dove fa capolino ai sentimenti di un Dio che sembra non ascoltare la voce dei suoi figli. Teneramente, esso, si ripropone pregando adagiandosi sulle note di una orchestra infinita, per danzare in un mondo dove la catastrofe sembra imminente per i mali estremi e non ultimo il virus che fa da ciliegina. Immagini di purezza, infine, esaltano la poesia dell'autore, in un lirismo colorato, rivolto al Divino con un canto di solitudine libera, motivata da sensazioni e plasmata da un fare
poesia, che richiama "l'ancestrale bontà"
Angelo Domenico Manno